3202 La
nuova – vecchia piazza
Per la spiegazione della proposta progettuale sull’area
oggetto del concorso è necessario affrontare, anche se brevemente, lo studio
dello sviluppo urbano della città di Latina al fine di poter comprendere quali
siano state le scelte progettuali ed urbane che sono state di riferimento per
la nascita e la successiva crescita della stessa città e che poi sono state
riutilizzate come base per la redazione del progetto che si propone.
Il riferimento progettuale, attraverso il quale si è data
vita alla città è chiaramente
rappresentato da un modello planimetrico
basato su di uno schema radiocentrico, modello già peraltro applicato
con successo fin dall'epoca rinascimentale, che realizza una struttura urbana,
il cui punto di forza è dato da una piazza-fulcro dalla quale poi si dipartono
tutte gli assi direttori il cui compito, è quello di connettere l'elemento
centrale con la parte rimanente del territorio.
Il rapporto tra la piazza fulcro e le diverse direttrici
non e' comunque esclusivamente di tipo distributivo; quasi sempre esso viene
valorizzato anche funzionalmente attraverso la creazione di assi viari che
hanno contemporaneamente il compito di collegare due o più punti opposti della
città sia materialmente, con una strada, che visivamente, creando dei
particolari effetti prospettici valorizzati dalla presenza di edifici
monumentali.
Questi ultimi
possono essere o i punti di partenza e di arrivo delle stesse direttrici o in
alcuni casi particolari possono fungere da elementi di cerniera nel punto di
incontro tra diverse direttrici; il tutto poi può essere raccordato da
particolari elementi connettivi tipo filari d'alberi, viali con pavimentazioni
differenziate od altro.
L'asse ottico - viario di Latina che principalmente risponde
a tale funzione urbana è sicuramente riconducibile alla direttrice che collega
la cosiddetta Piazza del Quadrato con il Palazzo del Tribunale che lungo il suo
sviluppo inanella una serie notevole di
emergenze architettoniche quali l'Edificio Postale, il Palazzo Comunale e la
Piazza del Popolo, i "Propilei" della Intendenza di Finanza, la
scuola di Piazza Dante e l’Istituto
Tecnico Commerciale.
Questo percorso, nato con lo scopo di connettere due parti
della città, ancora oggi può essere letto come traccia possente dello sviluppo
urbano di Latina e del linguaggio architettonico che in essa è stato via via utilizzato e del quale si
affronteranno a breve le tematiche.
Infatti immediatamente a ridosso dell’asse venivano poi individuati dei lotti per la costruzione
degli edifici da destinarsi ad abitazioni intervallati da altri invece con
funzionalità specifiche da destinarsi a servizi complementari.
Una delle principali aree destinate a funzioni di servizio
è il lotto preso in esame dal presente concorso.
Tale lotto oggi adibito a parcheggio pubblico infatti un
tempo era destinato a stazione delle autolinee ed a tal fine posizionato in un
ambito urbano centrale e in un certo senso privilegiato, immediatamente a
ridosso dei principali edifici di servizio e conseguentemente di emergenze architettonicamente rilevanti,
come l'edificio postale del Mazzoni, il Palazzo Comunale e l' edificio dell'
Opera Nazionale Combattenti che a breve dovrebbe ospitare un Museo dedicato allo
scultore Cambellotti.
Viste le suddette premesse con la proposta progettuale ci
si è proposto di realizzare un intervento edificatorio che coprisse
l'intero lotto, che configurasse un
nuovo asse atto a fungere da elemento connettivo con l'attuale tessuto urbano della città e che facesse in modo che
attorno allo stesso potesse essere realizzato un “costruito” da destinare a
servizi adeguato alle attuali esigenze.
L’elemento connettivo è costituito da un ideale asse di
collegamento tra la Piazza del Quadrato (la “memoria storica” di Littoria) il
Palazzo delle Poste (il “servizio storico” ancora in uso) e il realizzando
museo di Cambellotti (l’utilizzo moderno di un fabbricato storico quale
contenitore di “memorie”) ed ha il compito di riproporre in tempi moderni l’operazione effettuata precedentemente con
le direttrici urbane di fondazione.
Nel nostro caso questo collegamento incontra però un ostacolo significativo lungo il proprio
percorso e cioè l'imponente struttura che insiste a margine dell'area oggetto
del concorso che rappresenta una sorta di “mega-superfetazione” nel tessuto
originario del Centro Storico.
Questo elemento di ostacolo nel progetto viene considerato
come una preesistenza in quanto esso diviene uno dei quattro elementi che
configurano i lati del lotto delle ex autolinee; il compito di questi quattro
elementi sarà quello di custodire nel proprio interno una piazza - corte, elemento caratterizzante del
progetto, attraversata e vivificata nella sua centralità dall'asse di
collegamento tra la Piazza del Quadrato ed il nuovo Museo Cambellotti.
I prospetti esterni dell’intervento, che costituiscono il
rapporto tra la città costruita (per la
maggior parte quella del nucleo di fondazione) e il nuovo polo urbano che si
andrà a realizzare, vengono proposti nel rispetto di uno “stile” che si ispira
a quelle che a buon diritto possono essere considerate le emergenze
architettoniche della città.
Questo riferimento e richiamo, che appare chiaramente
esplicitato nell’analisi delle emergenze architettoniche (v. abaco tav.02), ha
comportato l'approfondimento di temi e formalismi di alcune architetture della
città quali l'ex-Albergo Italia (il portico che viene a connettere la struttura
con l'adiacente Piazza del Popolo) ed il Palazzo M (la maestosità e solennità
sottolineata dall'uso del travertino come elemento di chiusura delle pareti
verticali scandite da una serie ritmica
di aperture, che si ripete non solo nei prospetti esterni ma anche all'interno
di quella che puo' essere considerata una sorta di piazza - corte, oggi
purtroppo mutila, anche se chiusa però dal portico antistante).
Ulteriori spunti progettuali
sono stati offerti da due strutture significative: il Palazzo del Comune per
l'uso dei diversi materiali quali il mattone a faccia vista (presente nelle
bucature laterali) e le eleganti lastre di travertino leggermente aggettanti
rispetto alle parti realizzate con il mattone a faccia vista (presenti nel
blocco centrale della costruzione) e la Stazione Ferroviaria del Mazzoni per la
leggerezza e la trasparenza delle grandi aperture vetrate (riproposte per i
prospetti).
Questi ed altri particolari sono stati gli spunti presi in
considerazione per poter definire i prospetti esterni del nuovo intervento, in
modo tale da avere come già detto un effetto di continuità e di integrazione tra
la città storica e il nuovo brano che ci si propone di realizzare all’interno
di essa.
Questi linguaggi quindi si
possono ritrovare nei prospetti esterni del progetto: le bucature rettangolari
del tutto similari a quelle utilizzate per il Palazzo M, la soluzione adottata
per l'angolo tra via Pio VI e via IV Novembre che prevede una facciata risolta
con un rivestimento totalmente in travertino ritmicamente scandita da una serie
di eleganti bucature che si propone come una soluzione in sintonia con le preesistenze
architettoniche della città quali il Palazzo del Comune o ancor di più
l'Istituto Tecnico Vittorio Veneto.
Gli elementi di continuità
storica dei prospetti esterni vengono ad essere interrotti solo in due punti,
gli stessi da dove l’asse di collegamento
fuoriesce dai margini del lotto per collegarsi alla città realizzando
contemporaneamente le due porte di ingresso alla struttura.
Questa situazione particolare si
ritrova sul prospetto principale situato sulla via Pio IV e su quello sulla via
Duca del Mare, in entrambi infatti la presenza del passaggio dell'asse è
sottolineato dall'inserimento di una sorta di portale che introduce all'interno
della piazza e raccorda la nuova struttura con le vicine emergenze
architettoniche ed urbane.
Gli stessi materiali ed elementi presenti nel tessuto urbano di Latina quali il travertino, il
mattone e il vetro, adottati con fedeltà linguistica e formale per il disegno
dei prospetti esterni, vengono poi ad essere interpretati, ma con una libertà
maggiore, nella costruzione dell’interno dell’intervento cercando di
reinterpretare ed attualizzare la tradizione razionalista dell'architettura
pontina.
Tale differenziazione nasce
dalla volontà di creare da una parte un effetto di continuità con la città che
immediatamente ingloba ed accoglie l’intervento e dall’altra la
reinterpretazione e la rivisitazione degli stessi nella corte interna
delimitando una moderna piazza centrale.
La continuità con la città, che
si legge nei prospetti esterni del nostro intervento, diviene infatti piu'
morbida all'interno della stessa corte in cui
si è voluto riproporre una lettura dei canoni architettonici del periodo
razionalista in maniera piu' attuale, arricchendo le strutture con piccole ma
significative rotazioni e con superfici che via via si alleggeriscono per la
presenza e di elementi leggeri come il vetro, che ricopre la maggior parte
delle superfici, ed inoltre con la presenza dello stesso asse che è rappresentato da un forte elemento,
architettonico per quanto riguarda il segno, ma risolto non come un elemento
costruito ma come un percorso verde.
La scelta di
posizionare un elemento verde, costituito da un doppio filare di alberi è
scaturita proprio dalla volontà di “rammentare” anche all’interno l’asse urbano
di costruzione, affinchè avesse una valenza ottico visiva significativa, che si
evolve non solo con la caratterizzazione dell'interno della corte, ma anche con
la volontà di fungere da trait-d'union con il futuro museo Cambellotti, che in
questo modo puo' essere considerato un unicum con la struttura oggetto del
progetto.
Una particolare attenzione è stata poi riservata
all’inserimento, all’interno della “filosofia dell’intervento”, dell’enorme
fabbricato incombente sul lotto di intervento.
Tale
inserimento è stato risolto attraverso una separazione netta dello stesso in
due parti: quella più bassa comprendente il piano terra ed il primo piano che
viene ricompresa nel trattamento comune di tutto l’isolato e quindi ricondotta
alla cifra stilistica della “città storica” e quella dei piani superiori per la
quale si ipotizza, per una evidente e necessaria prossima opera di
manutenzione, una sorta di intervento
di “estraniamento” attraverso il rifacimento degli esterni con facciate
continue in vetro; anche per quanto riguarda le funzioni si ipotizza un
utilizzo del palazzo in sintonia ai piani terra, primo e superiori, con quelli
della nuova struttura.
L’insieme dell’intervento nasce
quindi da questi elementi:
·
un nuovo
asse che congiunge la vecchia memoria ed i nuovo luogo della memoria;
·
il forte
rapporto anche figurativo con il tessuto storico del centro urbano;
·
la
realizzazione di un moderno centro di servizi con parcheggi al piano interrato,
negozi al piano terra, uffici o laboratori al piano primo, il tutto intorno ad
una piazza pedonale;
·
il
recupero ed il reinserimento urbano di una pesante superfetazione quale il
palazzo ai margini del lotto.
Questa nuova vecchia piazza quindi, come abbiamo voluto
chiamarla con il nostro motto, nasce soprattutto dall'esigenza di dotare gli
abitanti della città di Latina di un luogo dove poter riscoprire la possibilità
di camminare in uno spazio pedonale non compresso, come potrebbe essere quello
di un centro commerciale, ma in uno spazio aperto, dove ci sia la possibilità
attraverso il piccolo portico o il ballatoio di relazionarsi con gli spazi
della nuova struttura, pensati per poter ospitare non grandi negozi
appartenenti ad imponenti catene internazionali, ma piccole e ricercate
botteghe, dove poter riscoprire il gusto di fermarsi, lo stare, il
confrontarsi, il guardare, stando nel cuore della città senza raggiungere
caotiche e ormai troppo affollate periferie.
Per meglio raggiungere tale
scopo si è provveduto a dotare l'area di un parcheggio interrato di oltre cento
posti auto rispondenti quindi sia alle esigenze degli utenti della nuova
piazza che alla domanda di posteggi
dell’intero centro storico.
Al piano terra l’intervento
prevede la presenza di nove attività di tipo commerciale e\o culturale, ognuna
delle quali dotata di ingresso autonomo rivolto verso il centro della piazza,
separate dalla stessa da un elemento porticato che costituisce
contemporaneamente un filtro ed uno spazio di distribuzione e passeggio.
Il secondo livello è destinato invece ad ospitare
degli uffici - laboratori, eventualmente collegati con i negozi al piano terra.
A questo secondo livello il collegamento tra i vari
ambienti anziché essere realizzato con un elemento porticato è stato risolto
con dei brani di ballatoio che a tratti vengono inglobati all'interno della
stessa struttura a volte invece sono all'esterno coperti da una leggerissima
pensilina.